Con sempre più frequenza le Organizzazioni fanno riferimento al Coach quale figura centrale nello sviluppo delle abilità dei propri manager e nel raggiungimento degli obiettivi dei loro team, ed i risultati in termini di efficacia si sono facilmente rappresentabili dai dati di business che nei soli States ha raggiunto la soglia del miliardo di dollari.
Anche se nell’ultimo biennio la richiesta di attività di coaching all’interno delle aziende si è quasi triplicata, purtroppo la distribuzione degli interventi non è avvenuta in modo omogeneo ed organico all’interno del tessuto industriale.
La concentrazione è avvenuta prevedibilmente nel cluster delle grandi aziende le quali dispongono di una struttura di business in grado di assorbire un investimento economico focalizzato allo sviluppo diretto di poche figure. Ed anche all’interno delle stesse, l’essere supportati da un coach equivale in qualche modo ad una medaglia al merito, quale riconoscimento delle proprie abilità e la volontà di investimento nello sviluppo individuale.
Contestualizziamo il mercato scoperto
Secondo l’ultimo rapporto Cerved sulle PMI in Italia sono presenti circa 140.000 società con un numero di dipendenti variabili da 10 a 249 con un fatturato complessivo annuo di circa 800 miliardi di Euro ed impiegando quasi 4 milioni di addetti. Di queste, 6300 aziende sono rappresentate da Start Up tecnologiche ad alto componente innovativo.
Come è possibile quindi rendere fruibili i benefici del coaching ad un panorama vasto come quello delle PMI italiane? Attraverso i Fondi Interprofessionali per la formazione continua.
I Fondi Interprofessionali per la formazione continua
All’interno dei contributi previdenziali che ogni azienda versa per i propri dipendenti lo 0,30% di questi è rappresentato dal “contributo obbligatorio per la disoccupazione involontaria”, dal 2000 è possibile destinare gratuitamente questo contributo ad uno dei Fondi Interprofessionali presenti in Italia. A fronte di questo versamento ogni azienda potrà candidare una o più attività formative al fine di ottenere un finanziamento per la realizzazione di queste attività.
Tutti i Fondi Interprofessionali sono entità di tipo associativo paritetico, costituiti quindi in egual misura dalle rappresentanze datoriali e delle rappresentanze sindacali. E’ possibile consultare una lista esaustiva sul sito dell’Isfol.
I requisiti
Bisogna tenere in considerazione che ogni Fondo applica le proprie regole nei limiti stabiliti dal Ministero del Lavoro. Ma possiamo riassumere qui di seguito i requisiti che ogni azienda deve possedere per accedere ai finanziamenti messi a disposizione:
- Avere almeno 1 dipendente con contratto subordinato in quanto gli unici beneficiari della formazione possono essere i dipendenti per i quali vengono versati i contributi INPS
- Avere sede legale ed operativa in Italia
- Essere in regola con i contributi INPS e normativa fiscale
- Applicare il contratto collettivo di riferimento per il proprio settore.
La proposizione
Anche in questo caso i Fondi adottano criteri e parametri differenti per l’assegnazione dei finanziamenti, attraverso una logica mutualistica operano tendenzialmente nel seguente modo.
Le grandi aziende hanno la possibilità di presentare un piano formativo sulla base dei contributi versati dall’azienda stessa ottenendo un piano formativo che verrà qualitativamente valutato da un organo del Fondo ma senza concorrere con altri soggetti proponenti.
Per le PMI i Fondi mettono a disposizione un sistema chiamato “ad Avvisi”, dove a seguito della pubblicazione del bando che stabilisce le regole di partecipazione ogni azienda potrà concorrere al finanziamento del proprio piano formativo attraverso una valutazione di tipo quantitativo sui dati inseriti nel progetto, sia di tipo qualitativo sugli interventi e le attività che si andranno a realizzare. I piani formativi che otterranno un punteggio più elevato e che rientreranno quindi nella graduatoria otterranno un contributo economico sensibilmente maggiore rispetto a quanto versato annualmente con i propri contributi.
Gli importi dei finanziamenti
Prendiamo ad esame due Fondi Interprofessionali. Fondo For.Te., dedicato (ma non esclusivo) alle aziende del settore terziario e dei servizi e Fondir, uno dei fondi dedicato ai dirigenti.
Sulla base dell’ultimo Avviso di Sistema emanato da Fondo For.Te. ogni azienda può presentare un piano formativo per un importo massimo definito dal seguente schema:
Numero dipendenti | Valore massimo del finanziamento |
1 – 25 | € 25.000 |
26 – 50 | € 50.000 |
51 – 100 | € 75.000 |
101 – 149 | € 100.000 |
Quest’importo viene generalmente costruito sulla base delle ore di formazione che verranno erogate secondo questi parametri e fino al raggiungimento del massimale indicato:
- € 240/h di formazione erogata in un aula collettiva;
- € 50/h di formazione individuale.
Per Fondir i parametri utilizzati sono leggermente diversi ma la logica non differisce. Ogni dirigente può ottenere un finanziamento massimo di € 7.000,00 ed ogni Piano formativo non potrà superare la soglia di € 100.000 per le PMI e € 120.000 per le grandi aziende.
In questo caso la costruzione del finanziamento avviene per ora formazione/partecipante:
€ 100 * ora di formazione * numero di partecipanti – nei progetti aziendali
€ 120 * ora di formazione * numero di partecipanti – nei progetti individuali
Questi parametri possono essere incrementati a € 150 a fronte di una progettazione di qualità particolarmente elevata.
Considerazioni
I numero soprariportati esprimono chiaramente i focus nonché la mission dei diversi Fondi, in questo particolare caso For.Te. come altri fondi dedicati ad impiegati e quadri la concentrazione delle risorse economiche avviene per finanziare attività che coinvolgano gruppi di persone, questo strumento non particolarmente efficiente per attività di coaching 1:1, può rivelarsi un prezioso strumento per attività formative e di sviluppo per i propri team.
Di altra concezione è Fondir, dove la natura del Dirigente quale destinatario finale della formazione convoglia le risorse a disposizione nella realizzazione di progetti individuali.
E’ bene ricordare che in entrambi i casi difficilmente i parametri stabiliti dai Fondi sono sufficienti per il finanziamento completo di attività di coaching progettate ed implementate da società certificate e qualificate, ma è da considerarsi un supporto finanziario e metodologico alla realizzazione di un investimento per la propria azienda e per le persone che ogni giorno ne accrescono il valore.
Per eventuali domande ed approfondimenti potete scrivermi: m.dellolio@noemahr.it