Anestesia che fa separare comportamento e giudizio morale. E che porta ad adottare azioni disdicevoli senza che ad esse si associno sentimenti di vergogna.
Nonostante si faccia un gran parlare di etica e onestà, i comportamenti scorretti sono assai diffusi e non sembrano provocare grossi sensi di colpa in chi li pratica. Come mai?
Il fatto è che esistono meccanismi mentali che permettono all’individuo di restare in pace con la propria coscienza anche quando pone in atto comportamenti contrari ai principi di riferimento dichiarati.
E’ necessario conoscere questi meccanismi di alibi auto-assolutori, individuarli quando vengono messi in atto e smascherarne il ruolo mistificante.
A scopo esemplificativo, e con taglio divulgativo, tratteggerò qui uno alla volta i più diffusi alibi mentali, per i quali ho rielaborato liberamente il lavoro di Albert Bandura, un esperto che ha studiato i diversi meccanismi di disimpegno etico[1].
Disimpegno morale
“Se gonfio le voci di bilancio per evitare il fallimento dell’impresa e per mantenere posti di lavoro non sono biasimevole”.
Questo è uno degli alibi mentali più diffusi.
L’individuo sostiene che se non avesse operato in maniera scorretta, i danni sarebbero stati più gravi e quindi ritiene di non essere criticabile.
Si sta -più o meno volutamente- dimenticando di considerare i danni che sta provocando:
- Distorsioni nel credito, dato che le banche utilizzano i dati di bilancio per i fidi
- Distorsioni nel meccanismo della concorrenza, a svantaggio dei clienti del settore e delle altre imprese –nonché dei loro lavoratori
- Abbassamento della soglia di correttezza dei suoi impiegati; che probabilmente diventeranno un po’ meno corretti di prima anche in altri aspetti lavorativi.
Un suggerimento:
- Smascherare le furbate di opportunismo
- Riconoscere le persone leali e creare relazioni stabili
- Costruire alleanza tra i coraggiosi
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[1] Per un approfondimento scientifico psicologico, vedere gli studi di Albert Bandura (1986), un esperto che ha studiato i diversi meccanismi mentali di “disimpegno etico”: Giustificazione morale, Etichettamento eufemistico, Confronto vantaggioso, Diffusione della responsabilità, Distorsione delle conseguenze, Attribuzione di colpa, Deumanizzazione della vittima, Dislocazione della responsabilità.