Le domande, agli altri e a se stessi, sono il principale ferro del mestiere di chi fa investigazione. Fare domande “lancia la palla” nel campo avversario, e richiede la capacità di gestire anche risposte non previste
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Il Commissario Montalbano, noto per la sua personalità unica e il suo linguaggio colorito, pone spesso domande acute e argute durante le sue indagini. Ecco alcune delle tipiche domande che Montalbano potrebbe fare:
- “Ma che diavolo è ‘sta roba?”: Questa è una delle sue esclamazioni preferite quando si trova di fronte a qualcosa di strano o incomprensibile.
- “E se fosse?”: Montalbano spesso si chiede quale potrebbe essere la spiegazione di un evento o di una situazione.
- “Chi è stato?”: La domanda fondamentale di ogni investigatore: chi è il colpevole?
- “Cosa c’entra?”: Montalbano cerca sempre di collegare gli indizi e di capire come tutto si incastra.
- “Dove diamine è?”: Quando cerca una persona o un oggetto, Montalbano non si ferma mai fino a quando non lo trova.
- “Perché?”: Montalbano è curioso e vuole sempre sapere il motivo dietro gli eventi.
- “E se provassimo…”: Montalbano è creativo e spesso suggerisce nuove linee di indagine.
Dato che coaching è soprattutto fare la domanda giusta, abbiamo continuato il filone inaugurato con <La prima domanda> e con <Domande nella Divina Commedia> per chiederne altre a Chat GPT, questa volta da un grande investigatore della fiction, il commissario Montalbano creato da Camilleri. Questi sono alcuni assaggi, tutte domande aperte: aperte anche a considerazioni non lineari, che aprono altri scenari, espresse con un linguaggio terra-terra che contrasta con la reale complessità che introducono.
In particolare “e se fosse” e “e se provassimo” stimolano l’interlocutore a uscire dal tracciato, ad abbandonare il percorso logico seguito fin lì.
Mentre “cosa c’entra” e “ma che diavolo è ‘sta roba” aiutano a concentrarsi sulle incongruità, e a trovare una sintonia nuova.
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