Dialogo immaginario in una serata di mezza estate, fra due viaggiatori che si incontrano in un ostello, e sanno che viaggiare è vivere, come diceva Hans Christian Andersen.

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Il dialogo dei due viaggiatori

Lo stanzone del soggiorno comune è attraversato dai raggi obliqui del sole che tramonta. Il chiarore che entra è rosseggiante. Paolo è arrivato da poco, ha sistemato lo zaino e si concede un momento di relax.

– Buonasera signore.

– Salve, ben arrivato. Sono Valerio, e tu? 

– Paolo! Mi fermo qui stanotte, domani riparto all’alba.

– Anch’io domani mi rimetto in cammino. Andrò all’ostello di Isao. Là si incontra sempre bella gente in spirito di amicizia. Tu dove sei diretto?

– Domani faccio un’altra tappa verso la mia meta finale: il lago di Ecap. Bellissimo. Il tuo viaggio invece dove ti condurrà alla fine?

– Non ho un percorso prefissato.  Mi tengo libero di scegliere strada facendo. Ogni giornata è una ricerca e un’avventura    che mi arricchisce e mi orienta per proseguire – sospira      Valerio con lo sguardo verso un punto indefinito oltre la    finestra.

– Questo sapore di libertà è fantastico, ma così vivi nell’incertezza totale. Ti ammiro, ma io temo il disorientamento senza una Stella Polare. L’assenza di un traguardo a me toglie la carica della speranza. In fondo, tu cosa vai cercando in questo viaggio?

– Vado alla ricerca di luoghi da conoscere e persone da ascoltare. C’è sempre qualcosa da imparare da situazioni e gente con altre esperienze. Questo dà gusto e senso al mio cammino.

– Io non ce la farei a vivere così. – dice Paolo scuotendo il capo – Ho bisogno di avere un traguardo per superare le fatiche e i disagi del viaggio.

– Capisco. Ma tu conosci questo lago di Ecap? Ci sei già stato? Vale il viaggio? 

– Non l’ho mai visto. Ma un mio amico carissimo me l’ha consigliato. Mi fido di lui.

– Mi spiegherai stasera. Possiamo cenare insieme, se vuoi, e poi restare fuori a guardare il cielo stellato, chiacchierando. Oggi è San Lorenzo, magari ci capita di vedere una stella cadente e avremo un sogno nascente. Domani mattina ciascuno ricomincerà il suo viaggio a modo proprio.

– Ok per la tua proposta. Tu cos’hai da mangiare? Io ho un po’ di pane, due scatolette di carne, formaggio e una tavoletta di cioccolato. Possiamo condividere.

– Anch’io ho qualcosa, poca roba, ma possiamo condividere. Una cena in compagnia è già un pasto ricco per ritemprare lo spirito.

In serata, sotto il cielo stellato: scambio fitto di esperienze, racconti di speranze, delusioni e sogni.

– Sono contento di averti incontrato, Valerio. Domani i nostri cammini ci separano, ma considero questa serata come un’opportunità che il viaggio mi ha donato. Mi ha fatto intuire il senso del tuo cammino. Buon viaggio! Chissà se ci vedremo ancora? 

– Chissà! Chi cerca può incontrare, chi non cerca non incontra mai davvero. Su questo siamo uguali. Se passo dal lago di Ecap, guarderò in giro se ci sei per un’altra serata insieme. Buon cammino, Paolo! 

 Due etiche s’incontrano

 Ci sono due modi concreti di affrontare il viaggio [la vita], due visioni differenti, due atteggiamenti paralleli, due etiche: il pellegrino e il viandante.

  • Il pellegrino persegue una meta che ha assunto come riferimento di vita, un luogo che non ha mai abitato, ma che costituisce il sogno che dà un senso al suo cammino. Può essere una fede religiosa, una ideologia politica, un valore umano, un’utopia. La fiducia sul traguardo e la speranza di raggiungerlo alimentano l’energia per affrontare ogni avversità e fatica: “Prima o poi arriva certamente il vento favorevole, per il marinaio che sa dove vuole andare”. (Seneca)
  • Il viandante vive nella faticosa continua ricerca di un buon rapporto col mondo, con la società e con se stesso. È conscio di non avere una meta precisa in cui credere, accetta di vivere l’incertezza della realtà. Non ha un percorso prefissato. Aderisce ai paesaggi che incontra, che per lui non sono solo luoghi di transito, bensì luoghi di vita reale. Spera di trovare uno spazio esistenziale dove essere libero e solidale, sincero e non fittizio. La ricerca è la vita, secondo il principio che: “Non esiste un sentiero tracciato verso la felicità, il viaggio è la felicità”. (Buddha)

 

Il percorso è un cammino di speranza, non è una certezza di soluzione

Sia per il viandante che per il pellegrino il tragitto è comunque ricco di imprevisti e fatiche. Questa è l’unica cosa certa, il resto è poco prevedibile.
Intraprendere un cammino comporta essere disponibile ad affrontare le vicende del mondo nella loro casualità e con i mezzi disponibili al momento, senza avere garanzie sul futuro. L’incertezza è scomoda, si sa. Ma questo è già il mondo reale in cui viviamo e che dobbiamo affrontare.


Ci può essere diffidenza tra i due

Un viandante cinico può pensare che il pellegrino persegua un sogno illusorio che lui stesso si è inventato per ovviare la mancanza di un vero obiettivo da perseguire nella vita presente. Un pellegrino integralista, religioso o ideologico, può pensare che il viandante sia un opportunista che vive alla giornata, indifferente ai valori, privo di slanci ideali; lo percepisce come un ostacolo alla costruzione della felicità e quindi diventa un avversario da combattere.

Ci può essere empatia tra i due

In un’altra visione, il pellegrino e il viandante, ciascuno a modo proprio e in forme differenti, affrontano l’esperienza esistenziale con pienezza e intensità. Non sono vagabondi o perditempo; sono persone in cammino di esplorazione e di ricerca della felicità con la speranza di trovarla.
Gli stili di comportamento dei due hanno in comune la consapevolezza che il cammino incontrerà
situazioni imprevedibili che andranno affrontate, di volta in volta. Sanno che per vivere devono farsi carico d’inevitabili rischi in un mondo per lo più sconosciuto. In questa visione tutte le altre persone sono un possibile aiuto, comunque la pensino.

Alternanza di status pellegrino-viandante

 Nel corso della vita può accadere un evento che ci fa cambiare il criterio di comportamento.
Può capitare che il viandante intercetti un obiettivo che lo entusiasma e si metta a inseguire un traguardo che lo affascina totalmente. Finché regge questo sogno, si comporta come un pellegrino. Se il contesto lo delude, il suo slancio si sgonfia e ritorna ad essere viandante.
Altresì, può accadere che il pellegrino perda la fiducia verso il fine che aveva assunto come riferimento assoluto. Se ha una forte propensione alla ricerca, perché intimamente inquieto e curioso, si rimetterà in gioco secondo l’etica del viandante. Il  suo futuro non si può predire con certezza: potrebbe trasformarsi definitivamente in un viandante, oppure può tornare ad essere un pellegrino se si riaccende in lui la fiamma della fiducia e della speranza.

In conclusione, è cosa saggia che viandante e pellegrino imparino a conoscersi e a rapportarsi con rispetto, pur nella consapevolezza delle loro diversità.
“Domani tu potresti essere nelle sue scarpe e lui nella tua giacca”.

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Adesso invito a ritornare all’inizio e rileggere il dialogo tra Paolo e Valerio.
Qualche sfumatura prende un significato di maggior spessore. Qualche battuta non è solo un rito di conversazione. Si svolge un confronto garbato tra due etiche diverse che, se vissute in modo aperto e rispettoso (non integralista), portano valore aggiunto a entrambi

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Articolo pubblicato da Approvvigionare, organo ufficiale di ADACI

https://www.adaci.it/approvvigionare/

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Di Claudio Antonelli

Claudio Antonelli è consulente di Sviluppo Organizzativo, Pianificazione e Controllo Direzionale. Ha sviluppato la competenza collaborando con società di consulenza nazionali e internazionali. S’ispira all’approccio socio-tecnico e persegue lo sviluppo organico come processo di apprendimento organizzativo. Negli ultimi anni si è focalizzato sul tema della sostenibilità nelle imprese, partendo dall’etica nel lavoro professionale. E’ incaricato di docenza al Politecnico di Milano in seminari su Etica della Professione. E’ molto attivo nel mondo dell’associazionismo professionale. E’ Presidente di PIU’ Professioni Intellettuali Unite, Vice Presidente di Confassociazioni dove ha anche l’incarico di Presidente del Comitato Scientifico. In passato è stato per molti anni Presidente dell’associazione professionale italiana dei Consulenti di Direzione e Organizzazione. Ha scritto sei libri, di cui il più recente è: ETICA pane quotidiano - Concetti chiave e linee guida di sviluppo comportamenti etici nella professione Franco Angeli Editore