Mi chiamo Paola Maria Uslenghi e faccio il lavoro più bello del mondo… naturalmente secondo me… ed è quello del Trainer e del Business Coach.
Perché è il lavoro più bello del mondo, si chiederà chi legge? Perché mi permette il lusso di studiare ogni giorno e di dare sfogo alla mia curiosità permanente per tutto ciò che di bello, creativo, utile e empowerizzante c’è; per poter accendere nelle imprese e nel management quella scintilla che a volte pare sopita.
Cosi ho pensato a Marco Matera e gli ho proposto di iniziare a prendere il largo in questo semplice e avventuroso itinerario dove insieme avremmo avuto l’opportunità di tracciare per gli altri e per noi nuove linee di sapere attivo
In aprile Marco Matera ed io abbiamo iniziato a lavorare sul progetto di una doppia intervista con lo scopo di generare degli appuntamenti video dove, con il format di una chiacchierata tra amici/professionisti, ci saremmo incontrati per colloquiare su argomenti inerenti il mondo delle persone in azienda e non solo.
Questa video-intervista ha avuto luogo precisamente il giorno dell’onomastico di Marco, che ad oggi è il maggior esponente in Italia del Solution Focus e curatore del libro “Punta alla soluzione. Un approccio di coaching innovativo per favorire il cambiamento nelle persone e nelle organizzazioni” di Paul Z. Jackson, Mark Mckergow.
Matera nella video intervista ci racconta le sue origini e i tratti salienti del Solution Focus.
“Ho scelto Chimica come mio nonno” inizia così il racconto delle sue origini, ma in realtà “mi sentivo di più un alchimista” che genera azioni e movimenti innovativi.
Il tratto caratteristico di sperimentare e generare qualcosa di nuovo lo trova prima nella PNL e nella meditazione e successivamente nelle costellazioni familiari e da lì alle costellazioni manageriali con Georg Senoner, con il quale inizia al collaborare.
Da lì il click è breve, difatti conosce Steve de Shazer fondatore del Solution Focus e ne rimane “folgorato sulla via di Damasco”
Cosa ha di significativo il Solution Focus?
Marco si accorge che l’approccio centrato sul problema si cura del contesto, dei dettagli del problema generando e facendo emergere tinte forti e creando una cornice che a volte lega la persona che rischia di rimanere vincolata.
Diversamente, il nuovo paradigma del Solution focus risponde alla domanda: “Supponi che il problema si risolva; che cosa ci sarebbe di diverso?” E aiuta le persone ad esplorare le differenze che la soluzione può generare sul sapere che cosa è meglio, senza necessariamente ancora sapere di che cosa sia il bene. Questo facilita il processo di ricerca delle possibili soluzioni.
Si viene così attratti dalle possibilità e predisposti a muovere piccoli passi verso nuovi semi di novità, lasciando alle spalle la logica dell’errore.
Per Marco i punti fondamentali per predisporre questo approccio sono:
- Vivere pienamente il qui e ora
- Mollare la logica di fornire soluzioni
- Molta curiosità nell’osservare la persona e il suo processo
- La scala 0 – 10
- La domanda del miracolo: Supponi che succeda un miracolo. Che cosa ci sarebbe di diverso?
La filosofia del Solution Focus è quella cercare nelle tasche la propria chiave …. In fondo basta solo la chiave giusta per aprire e trovare la soluzione…. perché non iniziare a ravanare un po’ nella tasca della giacca?
Il programma futuro è questo: tre interviste ed una video diretta per rispondere dal vivo alle domande di chi con desiderio e pazienza ci ha seguito.
Il prossimo argomento riguarderà le connessioni tra il mondo sistemico e il mondo aziendale e…le idee e proposte di argomenti che vi incuriosiscono…attendiamo proposte.