Vediamo come.
A fronte di una situazione seria o addirittura grave -che possa includere un ricovero ospedaliero- un coach, o una persona amica che si ponga come coach, ovvero faccia domande più che fornire risposte, può:
- aiutare a capire quali sono i siti giusti dove informarsi. Cioè quelli affidabili e non da cazzeggio, in modo da stare alla larga dai forum dai casi personali con risposte spannometriche. Perché uno che ha una diagnosi pesante rischia di deprimersi inutilmente
- aiutare a cercare sì la second opinion all’americana, ma al massimo una e senza andare a correre in centomila posti (che spesso si sono trovati attraverso internet…)
- far capire che se ti affidi a qualcuno, fìdati. Altrimenti diventi matto, e demotivi il medico che ti sta seguendo. Prendi una strada di cui ti senti confidente, anche per il rapporto umano, seguila e basta
- far capire che a fronte di una patologia possono esserci diversi sentieri terapeutici, ma difficilmente terapie diverse
- ricordare di tranquillizzare chi ti vuole bene, che teme una perdita
- aiutare e progettare e gestire il dopo: come deve essere la casa al rientro, se si ha bisogno di aiuto per le faccende domestiche. Abbigliamento? Riscaldamento?
- informarsi in anticipo su che cosa paga la propria assicurazione, per esempio: anche la badante? Per dare un’idea, le carte di credito spesso pagano ambulanza e simili
- darsi un metodo per gestire amici e parenti che vogliono dare consigli, che hanno avuto il caso analogo, che parlano e straparlano
- progettare le letture da portarsi dietro, o i film o le riviste, e avere la valigetta pronta (vestaglia? acqua di colonia? pupazzetto preferito?)
- aiutare a fare qualcosa che dà serenità; e magari prima di questo aiutare a capirlo, che cosa favorisce la serenità. Che sia il back up del computer, la partita in TV o un giro di shopping, o portare tutto in cassetta di sicurezza, perché tutto il condominio sa che in caso di ricovero la casa sarà spattugliata
- aiutare ad avere le idee chiare se succede l’irreparabile. Tipo deleghe in banca. Facendolo per sé, per la propria tranquillità, prima ancora che per quella degli altri
- ricordare di non smettere di fare progetti. A breve e medio termine. La vacanza, il viaggio; ma anche il divano da rifare, gli armadi da sistemare, il cugino a cui dare una rispostaccia
- assistere nell’organizzare sul computer una storia sanitaria dettagliata e già pronta. Fumo, dosi di radiazioni assorbite, vaccinazioni, malattie, incluse anamnesi familiari; e farla presto, prima di fare fatica ad interrogare le persone.
Tutto questo può essere un aiuto prezioso, che aiuta nelle cose pratiche e nel gestire la tempesta di emozioni, e quindi anche in supporto alla terapia vera e propria. Il suggerimento, che è stato molto dettagliato, mi viene da una amica che di mestiere fa il medico.