“Niuna impresa per minima che sia, può avere cominciamento e fine senza queste tre cose, cioè senza sapere – senza potere – senza con amore volere”.
Anonimo fiorentino del ‘300
Con ironia, si dice che gli imprenditori non hanno mai:
- tempo per scrivere, un business plan, un piano di cash flow, …
- tempo di leggere, le statistiche aziendali e/o di mercato, le tendenze, i consumatori …
- tempo per pensare, occupati come sono a “produrre”, a “vendere”, a “risolvere le rogne”, a trovare i soldi per produrre – vendere – risolvere le grane.
- tempo per mettersi d’accordo con qualcun altro, convinti come sono di essere i migliori.
Se così fosse, probabilmente non avrebbero avuto successo. Ma qualcosa di vero c’è, e lo si può scoprire suddividendoli in 4 categorie. Così:
Ci sono due tipi di imprenditori
- produrre quello che il mercato chiede, copiando dai più grandi o cogliendo con più sensibilità il bisogno del cliente
“L’umiltà di copiare è la dote dei geni”
- vendere quello che si è capaci di produrre/inventare.
“Bisogna sapere, bisogna fare, bisogna saper fare, ma soprattutto bisogna far sapere”
E due modi di esserlo
- da soli
- in coppia o gruppetto
- A: è necessario avere esperienza e competenza produttive e commerciali e farsi follower. E’ necessario saper gestire la solitudine di ruolo insieme alla necessità di avere alleati e di dare fiducia.
- B: i fratelli o i cugini che hanno ereditato l’azienda ma non necessariamente l’inventiva, oppure che non sanno riconoscersela l’un l’altro. E’ necessario che imparino a dare priorità, delegare e accordarsi.
- C: è necessario avere capacità inventive e voglia di rischiare, suscitando la domanda e facendosi leader di un nuovo mercato. E’ necessario dotarsi di capacità finanziarie e gestionali, imparare a dare fiducia nelle aree in cui non si è competenti.
- D: è la classica start up di oggi. Un’idea messa insieme a più mani. Avere avuto la buona idea che ha consentito di iniziare non significa che questo basti per andare avanti. Occorre continuare a innovare e continuare ad andare d’accordo fra soci.
A ognuno il suo coach, quindi. Capace di stimolare nelle aree critiche, sbloccando capacità nascoste e orientando all’acquisizione di altre risorse dall’esterno. Con una particolare attenzione alla specificità del ruolo.
“Quando si rimanda il raccolto, i frutti si limitano a marcire, ma quando si rimandano i problemi, essi non cessano di crescere”
Un giorno poi, nemmeno troppo lontano, i loro interlocutori saranno intelligenze artificiali in grado di rispondere, agli imprenditori come al mercato dei consumatori, in maniera sempre più esaustiva e rapida, insomma saranno i consigliori perfetti e affidabili che potranno rendere meno solitari anche i gruppi di amici fondatori di queste nuove realtà.