L’expat che va all’estero per un nuovo incarico, ci va perché riceve spesso diverse cose interessanti:
- un pacchetto rilevante di salario-benefits-casa-promozione-prospettive ulteriori
- un programma di coaching che lo aiuta a capire le sue priorità, a pianificare la sua carriara e a mettere a fuoco gli aspetti su dovrà lavorare per inserirsi al meglio nella nuova realtà
- un training interculturale che lo prepara a quella specifica esperienza, che coinvolge anche la famiglia.
Quando torna, invece, non ha niente di tutto questo. Il presupposto è che non è necessario aiutarlo a tornare a casa! E nemmeno l’interessato lo pensa, mentre visualizza la promozione che è il premio del suo trasferimento, sente già le familiari chiacchiere alla macchinetta del caffè, pregusta di tornare alle serate con i vecchi amici, si siede mentalmente sul suo comodo divano di casa mentre aspetta l’abbraccio dei familiari.
Solo che di solito la casa è cambiata: colleghi trasferiti, nuovi manager, nuove priorità, diversi mercati e/o prodotti e anche organizzazione. Spesso sono cambiate anche altre cose più sottili: clima culturale e aria che si respira nella città o nel Paese, modo di divertirsi e soggetti di conversazione, relazioni fra e con i familiari, atteggiamenti e battute politically correct/incorrect.
Approfondisce questo tema un bella ricerca pubblicata da The Economist. Che dimostra che -ancora più che al momento di partire- il manager ha bisogno di un coaching mirato, che lo supporti:
- nel rientro fra le lungaggini/formalità/sprechi che si era lasciato alle spalle
- nel leggere una realtà che si è modificata, mentre lui la ricorda come era prima di partire
- nell’inserirsi fra nuovi colleghi, vecchi colleghi che si sono evoluti, familiari che hanno fatto nuove scelte
- nel non rimpiangere l’esperienza che si è appena lasciato alle spalle, contestualizzandola invece di immaginarla come permanente
- nel proporre con abilità e con gradualità ciò che ha appreso stando via, invece di dare per scontato che tutti vogliano queste innovazioni
- nell’accettare che -spesso- lo scatto di carriera non arriva con la tempestività auspicata.