Nella cultura occidentale, la storia del mentoring risale alla Grecia Antica con il racconto dell’Odissea. Nella mitologia greca si riporta che Ulisse, quando partì per Troia, affidò suo figlio Telemaco a Mentore, un suo caro amico, con il compito di prepararlo a succedergli al trono. Mentore era infatti una forma fisica di Atena, dea della saggezza. E come impersonificazione della saggezza, Mentore sviluppò in Telemaco la saggezza di un futuro re… Il mentoring in effetti aiuta a crescere attraverso conversazioni potenti che hanno un impatto a lungo termine.
Il mentoring è dunque una pratica diffusa nei gruppi umani da quasi sempre. Nelle organizzazioni si è sviluppato man mano in modo organico, non organizzato, quando uno più esperto si faceva carico di seguire l’inserimento nell’azienda di un neoassunto, per esempio. Mentre era una pratica intuitiva non strutturata, oggigiorno sempre più organizzazioni creano programmi strutturati di mentoring per lo sviluppo dei propri dipendi o di terzi.
In Italia, EMCC è l’unica associazione che propone linee guida per la progettazione, la realizzazione, la gestione e la valutazione dei programmi di mentoring. Con il passare del tempo, il mentoring è anche diventato una pratica vera e propria. La figura del mentor richiede non solo la motivazione di contribuire allo sviluppo di un’altra persona, ma anche specifiche competenze: che associazioni quali EMCC hanno individuato nei loro standard. Gli standard di EMCC riguardo alle competenze del mentor così come ai principi base per i programmi di mentoring sono disponibili direttamente on line.
Un percorso di mentoring consente di chiarire quello che un individuo vuole diventare, in linea con i propri valori, in modo tale da sentirsi un essere umano coerente. La relazione di mentoring è un’opportunità per riflettere sulle proprie aree strategiche e ricevere sostegno nello sviluppo professionale. Ma anche personale, grazie al miglioramento della qualità del ragionamento.
Nella relazione di mentoring, il mentor mette a disposizione del mentee la sua esperienza di vita e di lavoro, aiuta il mentee a sviluppare la propria rete, condivide informazioni relative al suo contesto di esperienza in merito alla cultura, ai modi di fare, ai comportamenti apprezzati (o meno), alla politica, …
La relazione di mentoring consente di aprire la mente per trovare soluzioni innovative e di prendere le decisioni più adatte alle situazioni.
In particolare, il mentor potrà aiutare i dirigenti e gli imprenditori a creare una vision unica e stimolante, a leggere i contesti e i mercati, a reclutare il team giusto, a motivare gli altri e a gestire la propria condizione emotiva nonché quella dei team.
Il mentoring crea sinergie: entrambi mentor e mentee possono sviluppare nuove conoscenze, nuove comprensioni, nuove motivazioni e crescere personalmente. Il mentor può sperimentare nuovi comportamenti in un contesto sicuro e per di più provare un’ulteriore motivazione in collegamento con lo sviluppo del mentee.
Per l’organizzazione, tali percorsi hanno un impatto positivo sulla retention del personale perché le persone si sentono considerate e riescono a capire meglio le opportunità all’interno dell’organizzazione ed esprimere il proprio potenziale nel contesto aziendale. Di conseguenza, sono più motivate e si impegnano di più. Inoltre, la comunicazione tra colleghi, con il manager e con i team funziona meglio quando è possibile essere supportati da un mentor. Nelle aziende che hanno programmi di mentoring, la cultura diventa più aperta.
In un prossimo post, vi parlerò degli ingredienti base della relazione di mentoring.