Ecco un elenco di tecniche, di cose che si fanno con un allievo per favorire il suo apprendimento.
Alcune sono proprie del docente/insegnante, alcune sono proprie del formatore, altre sono proprie del coach, altre ancora li accomunano. Mettiti alla prova e rispondi, e poi controlla con la soluzione in fondo.
- indica fonti di approfondimento
- dà un feedback sui risultati
- stimola a cercare altre informazioni
- chiede, fa domande
- fa formulare alternative
- costruisce un senso unitario di quanto si apprende
- presidia il processo di apprendimento e fa in modo da personalizzarlo se necessario
- induce a sperimentare nuove modalità di soluzione dei problemi
- favorisce la discontinuità
- intreccia le varie parti dell’apprendimento
- dà un feedback sui progressi nell’apprendimento
- usa il gruppo come leva per l’apprendimento e per i feedback
- usa l’esperienza dello stare nel gruppo come palestra
- formula una valutazione
- fa fare esercizi
- aiuta a rileggere l’esperienza passata
- aiuta a decodificare la ragione degli insuccessi
- motiva in funzione di un risultato
- spiega le regole, i vincoli e i vantaggi della disciplina
- conosce e illustra gli aspetti innovativi della disciplina
- spinge a eliminare alibi di autoassoluzione
- propone modelli di riferimento e li commenta
- induce a cercare feedback
- induce a sperimentare nuovi comportamenti di decisione, comunicazione, negoziazione, studio
- spiega come si fa e quali sono i passaggi difficili
- dà valore al risultato ottenuto e lo confronta con la situazione precedente
- mostra come si fa
- fa venire la passione per qualcosa
- conclude.
Prima di andare alle risposte, ricordiamo le differenze fondamentali fra i tre ruoli:
- l’insegnante, il docente, sono esperti della materia che il discente sta apprendendo. La metafora che li rappresenta è quella della brocca piena da cui si può travasare il contenuto in un bicchiere che era vuoto, e che gradualmente si riempie.
In questo modo si impara a nuotare, guidare l’automobile, parlare una lingua straniera, risolvere un problema di matematica, fare controllo di gestione, ricamare, cucinare, acquisire tecniche di public speaking, etc. Perché l’insegnante lo spiega, ce lo mostra, ce lo fa fare.
- il formatore -che opera di solito in contesti professionali e di gruppo- ha una conoscenza del ruolo del discente, anche se non ne ha l’esperienza diretta. Quindi è in grado di rapportarvi i contenuti didattici offerti da docenti e supporti vari, come libri, eserciziari, apprendimento a distanza, film, ecc. fino a favorire l’appassionarsi a un obiettivo o un contenuto o una responsabilità.
In questo modo insegna a stare in un gruppo, a collegare le competenze gestionali e manageriali e specialistiche, a travasare da una disciplina a un’altra metodologie e intuizioni, a verificare l’efficacia della comunicazione.
- il coach lavora fondamentalmente con un metodo, che usa per fare emergere dal suo discente consapevolezza, preferenze, timori. E per sbloccare situazioni cristallizzate, per aiutare a riorientarsi, a individuare il proprio stile di comunicazione e relazione in genere. Non sovrappone obiettivi personali o aziendali a quelli del coachee. Il punto chiave è che non spiega e non mostra, perché non ne ha e non ne deve avere la competenza, ma utilizza la maieutica.
In questo modo fa acquisire consapevolezza degli obiettivi, capiamo le preferenze nello stile di vita, mettiamo a punto la modalità di leadership adatta a noi e alla situazione, impariamo a comunicare con efficacia, siamo spronati a superare i nostri limiti, manteniamo alta la motivazione, rimaniamo focalizzati sugli obiettivi, etc.
Ed ecco le risposte.
- indica fonti di approfondimento, docente + formatore + coach
- dà un feedback sui risultati, docente
- stimola a cercare altre informazioni, docente + formatore + coach
- chiede, fa domande, coach + docente
- fa formulare alternative, coach
- costruisce un senso unitario di quanto si apprende, formatore
- presidia il processo di apprendimento e fa in modo da personalizzarlo se necessario, formatore
- induce a sperimentare nuove modalità di soluzione dei problemi, coach
- favorisce la discontinuità, coach
- intreccia le varie parti dell’apprendimento, formatore
- dà un feedback sui progressi nell’apprendimento, formatore
- usa il gruppo come leva per l’apprendimento e per i feedback, formatore
- usa l’esperienza dello stare nel gruppo come palestra,
- formula una valutazione, docente
- fa fare esercizi, docente + formatore + coach
- aiuta a rileggere l’esperienza passata, coach
- aiuta a decodificare la ragione degli insuccessi, coach
- motiva in funzione di un risultato, docente + formatore + coach
- spiega le regole, i vincoli e i vantaggi della disciplina, docente
- conosce e illustra gli aspetti innovativi della disciplina, docente
- spinge a eliminare alibi di autoassoluzione, coach
- propone modelli di riferimento e li commenta, docente + formatore + coach
- induce a cercare feedback, coach + formatore
- induce a sperimentare nuovi comportamenti di decisione, comunicazione, negoziazione, studio, coach + formatore.
- spiega come si fa e quali sono i passaggi difficili, docente
- dà valore al risultato ottenuto e lo confronta con la situazione precedente, docente + formatore + coach
- mostra come si fa, docente
- fa venire la passione per qualcosa, docente + formatore
- conclude, docente + formatore + coach
Come è andata?
con 20 o più risposte corrette sei bravissimo!
Se è vero che le differenze fra formatore, docente e coach ci sono, è altrettanto vero che nel rapporto professionale con un discente può capitare di scegliere più di una modalità.
Il coach spesso si pone anche come consulente o docente, quando su uno specifico tema possiede la competenza.
L’insegnante sa spronare da coach i suoi allievi a scuola e nello sport.
Il formatore di aula a volte definisce anche momenti individuali di feedback e richiama elementi teorici tipici della docenza.
Questo articolo è stato pubblicato anche su Brain Cooperation