Oggi si sente tanto parlare di resilienza: la pallina che non entra in buca è metafora della frustrazione di un manager che vede sfumare un progetto, o che non raggiunge quei risultati che si era prefisso.
Oggi sempre più – nella mie attività di coaching – avvicino i leader nelle aziende alle tecniche di preparazione mentale utilizzate dai grandi campioni del Tour.
Ed ecco perché ripropongo stimoli quanto mai attuali. Per supportare i leader a fare in modo che ogni obiettivo diventi come la bandierina di un green.
Un colpo dopo l’altro, ci si accorge di come avvicinarsi alla buca implichi la scelta di strategie, la capacità di cambiare in funzione degli eventi, l’abilità di programmare ragionando per sotto-obiettivi.
Un parallelismo rispetto al mondo manageriale che ha spinto quest’ultimo a curiosare fra palline ferri e bastoni, alla ricerca della sponda vincente. Per imparare come i campioni di golf riescono ad affrontare le difficoltà e a reagire con flessibilità, gestendo ansia e stress. Sviluppando self-efficacy, autoregolazione, motivazione.
Dove la differenza la fa l’atteggiamento mentale del giocatore di livello, così come del leader in azienda.
Perché esiste non solo una relazione positiva fra prestazione agonistica e abilità mentali, ma soprattutto la possibilità di allenarle.
Photo by Courtney Prather