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Grazie alle Neuroscienze, oggi sappiamo che il cervello possiede una straordinaria capacità di modificarsi, conseguentemente alle esperienze vissute. Ciò significa che il modo in cui codifichiamo ciò che accade attorno noi, ha un ruolo centrale nella struttura del nostro cervello. Quello che accade all’esterno di noi, viene recepito in un dato modo che genererà un’emozione (sia essa positiva o negativa) capace modificare la struttura del nostro cervello.
Le emozioni, possono essere ricreate dentro di noi attraverso uno stimolo indotto che parte dal nostro cervello.
Per facilitare la comprensione di quanto sto esponendo, porto l’esempio degli attori che seguono il metodo Stanislavskij nell’interpretazione dei ruoli.
Questo metodo si basa sulla ricerca di un’emozione vissuta nella loro vita, che possa richiamare lo stato d’animo del personaggio che interpretano. In questa ricerca, se il personaggio sarà un uomo tipicamente depresso e afflitto dalle vicissitudini della vita, l’attore dovrà ricercare dentro se stesso, quella situazione in cui si è sentito talmente demoralizzato da poter trovare un punto di connessione con i tratti distintivi del ruolo da interpretare. Una volta trovata nell’archivio della sua memoria quell’ esperienza, dovrà ricrearla nella sua quotidianità, fino a fondere l’immagine che ha di sé, con il personaggio da interpretare. Non sono pochi i casi di attori che dopo aver interpretato un ruolo per diverso tempo, abbiano avuto difficolta a ritrovare la personalità in cui si rivedono. A fronte di ciò, studi approfonditi dimostrano come per innescare un’abitudine, serva un numero di giorni pari a 21, nello specifico, dai 21 giorni in su. Nel libro Psicocibernetica, il famoso autore Maxwell Maltz, medico chirurgo plastico, ha notato come nei suoi pazienti, che venivano sottoposti a interventi di plastica facciale, servisse un tempo pari a 3 settimane per abituarsi al loro nuovo volto. Ma cosa vuol dire abituarsi?
Abituarsi significa non attribuire più a quel dato evento, pensiero o emozione un carattere speciale.
Possiamo, dunque, pensare di poterci abituare a convivere con emozioni positive?
Proprio il metodo utilizzato dagli attori, ci insegna che qualunque emozione protratta nel tempo, diventa un’abitudine. A fronte di ciò, possiamo attraverso il pensiero consapevole, indurre le emozioni desiderate.
Iniziate, dunque, a provocare dentro di voi lo stato emotivo desiderato, partendo da quella situazione in cui siete stati talmente bene da sentirvi realmente felici (metodo Stanislavskij) esattamente come farebbero gli attori.
Create un personaggio da interpretare, coerente con ciò che vorreste ottenere da voi stessi e la sera, prima di andare a dormire, interpretate questo personaggio, per pochi minuti, trattenendo le emozioni che lo caratterizzano.
Il vostro risveglio sarà in linea con l’emozione con cui vi siete addormentati.
STEP 1 – Stilare una lista
Quando avrete definito che tipo di emozioni vorreste provare, scrivetelo in un foglio e, man mano che provate delle sensazioni piacevoli, coerenti con ciò che desiderate, annotatele. Potete scrivere tutte le emozioni che volete provare, dedicando qualche minuto alla pratica, ogni giorno.
Se volete essere più dettagliati, immaginate il tipo di persona che voi vorreste essere, create un personaggio che possieda tutte le caratteristiche mentali ed emotive che voi desiderate trattenere nella vostra vita ed iniziate a interpretare, ricordando di farlo proprio come degli attori che ricercano dentro se stessi le stesse emozioni del personaggio che devono interpretare.
Ricercate le emozioni che volete provare, dentro le vostre esperienze passate, questo è un lavoro intimo, che solo voi potete fare, perché solo voi sapete quali esperienze della vita hanno portato uno stato di assoluto benessere. Quando troverete il ricordo, ricreate l’emozione e trattenetela con voi, per pochi minuti la sera, prima di addormentarvi e quando vi verrà semplice farlo, iniziate anche per qualche minuto al giorno.
STEP 2 – La versione migliore di voi stessi
Il personaggio che avete creato altro non è se non la migliore versione di voi stessi. Andiamo più a fondo nella comprensione di questa frase:
La persona che voi vorreste essere è esistita ed esiste ancora dentro di voi. Se andate a ricercarla nelle vostre esperienze passate, vedrete che, anche se forse solo per pochi giorni o per pochi attimi, quella persona ha avuto modo di esprimersi in termini di emozioni e il vostro cervello ha modificato la sua struttura che, a seguito di altre esperienze, si è ulteriormente modificata. Adesso sappiamo che per rimodificare nuovamente la struttura del nostro cervello in modo consapevole, dobbiamo ricreare delle emozioni coerenti con ciò che desideriamo.
STEP 3 – Creare partendo da zero
Nel rivivere le emozioni passate, non dimentichiamo, però, che non siamo le stesse persone che dieci anni prima hanno provato quello che ora cerchiamo di ricreare dentro di noi. La ricerca non è finalizzata a ritornare ad essere ciò che si era un tempo, l’evoluzione fa parte della nostra esistenza, andare indietro non è auspicabile, né possibile, perché negli anni che ci separano da quello stato d’animo, abbiamo accumulato un bagaglio di esperienze, forse estremamente negative che dobbiamo conservare con noi, al fine di modificare noi stessi sempre sotto una spinta evolutiva e consapevole. Quelle esperienze negative diventano un monito e rappresentano lo stato d’animo che non vogliamo ricreare. Sono il nostro campanello d’allarme e qualora ci riavvicinassimo a quel tipo di emozioni, le riconosceremmo subito, ricordando anche quali conseguenze negative potrebbero arrecarci.
Da questo momento in avanti, fatto di consapevolezze nuove, quello che creerete sarà una persona diversa, una persona capace di comprendere con quali emozioni vuole convivere al fine di modificare in senso migliorativo ogni sfera della propria vita.
Per approfondire, cfr le Dirette di CoachingZone “Emozioni fra passato, presente e futuro” e “Obiettivi ed emozioni“