Che cosa si intenda per Intelligenza Artificiale, quali siano opportunità e rischi di questa nuova tecnologia, lo abbiamo visto nell’articolo precedente, pur in estrema sintesi. Insieme a quanto sia importante per le aziende e per i singoli iniziare a conoscere e a cavalcare quella che di fatto si può definire una vera e propria nuova rivoluzione digitale.
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Quali sono nel mondo i casi più significativi di efficace utilizzo dell’IA da parte delle aziende? T. Davenport e N. Mittal nel recente interessantissimo libro “Scacco matto con l’AI” ne descrivono tantissimi, tra cui:
- AIRBUS, colosso europeo dell’aviazione civile, che applica l’AI a tutta l’organizzazione. Straordinarie in particolare le tecnologie (assistenti virtuali) messe a disposizione dei piloti nelle cabine e nella stazione Spaziale Internazionale ma anche per l’affinamento delle attività di manutenzione.
- DBS Bank, che si avvale dell’IA per ottenere significativi miglioramenti nelle attività antiriciclaggio (il tempo di valutazione si è ridotto di un terzo) ma anche nell’assistenza clienti attraverso un servizio di alta qualità senza attese in coda e disponibile 24 ore su 24, sette giorni su sette.
- PING AN, colosso cinese delle assicurazioni, che utilizza l’AI per liquidare rapidamente i rimborsi sulla base di fotografie scattate dai clienti, arginare le frodi, determinare l’identità dei richiedenti grazie al riconoscimento facciale in fase di accredito degli assegni, valutare con grande precisione il valore delle auto usate.
Quali sono le aziende italiane che già oggi utilizzano con convinzione l’IA?
Alcuni esempi tra i tantissimi possibili:
- AMPLIFON sta introducendo l’IA in vari settori e processi aziendali quali il budgeting e forecasting, la pianificazione degli stock di magazzino, il marketing.
- ANSA, la principale agenzia di stampa in Italia, utilizza l’IA per raccogliere ogni giorno oltre 70.000 notizie (moltissime delle quali in lingue diverse dall’italiano) e riassumerle in 3.000 proposte di articoli in italiano.
- INTESA SANPAOLO, nell’ambito del suo Piano d’Impresa 2023-2025, ha avviato il programma AIxeleration per sviluppare soluzioni di Intelligenza Artificiale che consentano di raggiungere obiettivi sfidanti nei settori commerciali, operativi e nel presidio dei rischi.
- SISAL utilizza le tecnologie basate sull’IA per migliorare e personalizzare l’esperienza di gioco del singolo cliente, affinare le tecniche di marketing real-time ma anche riconoscere comportamenti potenzialmente critici (dipendenza dal gioco), per offrire ai giocatori meccanismi di protezione personalizzati.
Cosa fanno in concreto (o si stanno preparando a fare) le aziende tramite l’IA?
- Creare nuovi business e/o entrare in nuovi mercati.
- Creare nuovi prodotti e servizi.
- Migliorare i processi aziendali esistenti.
- Influenzare il comportamento dei clienti.
Scendendo nel dettaglio dell’operatività, senza la pretesa di essere esaustivi, l’IA aiuta a:
- Migliorare la corrispondenza tra domanda e offerta di un prodotto o un servizio (ad esempio nella GDO).
- Ottimizzare le reti di trasporto (eliminare i viaggi a vuoto ecc.).
- Predire la necessità di manutenzione delle attrezzature.
- Consentire al consulente finanziario di identificare in pochi secondi un’idea di investimento personalizzata sul singolo cliente.
- Aiutare i medici a diagnosticare e trattare migliaia di patologie.
- Migliorare efficacia ed efficienza dell’analisi di immagini radiografiche, colonscopie ecc.
- Attuare la cosiddetta Medicina di precisione (terapie personalizzate).
- Sperimentare nuovi farmaci ed effettuare la necessaria sorveglianza dopo la commercializzazione.
- Migliorare la gestione degli ospedali (ottimizzazione dell’allocazione delle risorse).
- Creare un’esperienza di acquisto digitale iper-personalizzata.
- Verificare eventuali perdite in oleodotti attraverso droni (riduzione drastica delle tempistiche necessarie, il sistema è cento volte più veloce).
- Prevedere e prevenire i guasti delle apparecchiature IT e ridurre i tempi di riparazione.
- Offrire consigli bancari personalizzati.
- Determinare il premio assicurativo sulla base delle reali abitudini di guida dei clienti che vengono attentamente analizzate (accelerazioni e decelerazioni eccessive, utilizzo del telefono cellulare mentre si guida, eccesso di velocità ecc.).
- Creare assicurazioni sanitarie comportamentali, ovvero che spingono i clienti a condurre una vita più sana attraverso il monitoraggio di comportamenti non salutistici quali il fumo, lo scarso esercizio fisico, le abitudini alimentari scorrette ecc.
- Creare camerini virtuali basati sull’IA, con consigli per gli stili che potrebbero piacere al cliente.
- Pianificare i parchi eolici e ottimizzare la produzione una volta in attività.
- Prevedere il rischio di incendi, eruzioni vulcaniche, inondazioni, valanghe.
- Valutare la probabilità di un rischio per la sicurezza sul lavoro.
- Simulare battaglie, utilizzare robot come esploratori e utilizzare droni e veicoli a guida autonoma per scopi militari.
- Utilizzare robot mobili per attività di polizia e di sorveglianza.
- Analizzare contenuti video (es. video di sorveglianza, sicurezza stradale ecc).
- Rilevare contenuti multimediali falsi.
- Effettuare traduzioni.
- In ambito HR fare previsioni di quali candidati all’assunzione come dipendenti performeranno meglio una volta entrati in azienda, elaborare un modello di previsione delle dimissioni dei lavoratori per predire la probabilità che un dipendente lasci l’organizzazione.
Le aziende che vogliono utilizzare a fondo l’IA nelle loro attività hanno bisogno di molti manager e dipendenti che ne capiscano il funzionamento: l’esborso in termini economici è sicuramente notevole e l’impegno nella raccolta, integrazione, archivio e gestione dei dati molto forte. Ma le potenzialità e il successo dell’introduzione dell’IA in azienda sono influenzati da una serie di fattori che non riguardano solo la tecnologia ma anche e probabilmente soprattutto aspetti umani quali la leadership, la cultura, le attitudini e le competenze delle persone, a partire dai vertici che devono supportare con entusiasmo tali cambiamenti (=avere un’indole tecnologica!), credendo per primi nell’importanza di instaurare una cultura delle decisioni basata sui dati.
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