“Perché oggi la mindfulness è così in voga? Perché gode di un così ampio consenso presso la comunità medica e scientifica? E perché tante persone si sentono spinte ad apprenderla e ad applicarla alla propria vita?”
Il noto scrittore ed esperto di mindfulness Ian Gawler, così si esprime nel definire questa disciplina, sempre più diffusa: “La risposta è piuttosto semplice: la mindfulness funziona!”
In italiano il termine mindfulness può essere tradotto come ‘consapevolezza’. Ampliando questa definizione, Jon Kabat-Zinn definisce operativamente la consapevolezza come ‘la presenza che sorge dal fare attenzione deliberatamente, nel momento attuale e senza giudizio’. Essa riguarda come ci rapportiamo a qualsiasi cosa, inclusi il nostro corpo e la nostra mente, i nostri pensieri e le nostre emozioni, il nostro passato e tutto ciò che ci ha condotto a questo momento presente.
Le origini della mindfulness sono antiche ed appartengono al mondo orientale.
In occidente, oggigiorno, la sua rapida diffusione come stile di vita e come interesse clinico è sempre più supportata da crescenti studi ed evidenze scientifiche, che ne dimostrano numerosi benefici, da un punto di vista fisico e mentale.
Un interessante articolo pubblicato su La Repubblica pone l’attenzione sulle ultime ricerche, secondo cui la pratica del meditare agisce modificando gli equilibri biochimici del cervello, e in questo modo contribuisce a combattere i disturbi alimentari e riducendo il dolore, la depressione e l’ansia. Ed anche ad aumentare il livello di felicità e di controllo cognitivo.