Il privilegio del coach è incontrare tante persone di talento. Talvolta i miei clienti sono talmente preparati e esperti nel loro lavoro, che danno per scontato alcuni dei loro risultati.
E quando si siedono davanti a un intervistare, durante un colloquio di lavoro, non raccontano la loro esperienza nel modo più efficace. Addirittura omettono delle intere parti. Pensando che siano impliciti in un Job Title riportato sul curriculum.
Ma non è così… ecco alcune storie che ho visto in diretta.
Una preparatissima addetta finance aveva creato da sola un reparto amministrativo.
E quando faceva i colloqui, non lo raccontava.
Si è stupita dell’impatto che ha avuto la sua storia professionale quando ha iniziato a raccontarla dal punto di vista dell’azienda, dei vantaggi che ha portato ai suoi capi.
Aveva un’esperienza di grande valore da offrire al nuovo datore di lavoro.
E’ aumentata automaticamente anche la sua sicurezza, e con questo la sua assertività.
Un altro cliente, alla nostra prima sessione, esordisce dicendo che negli ultimi 2 anni ha avuto diversi colloqui (6 se ben ricordo), ma nessuna ‘seconda chiamata’.
Nessuno lo aveva portato avanti nella selezioni. Si sentiva decisamente sfiduciato.
Abbiamo simulato il suo colloquio tipo, ed è emerso in poco tempo il misterioso fattore … disastro!
Il candidato era talmente concentrato nel pensare a cosa avrebbe detto alla successiva domanda del colloquio, che fin da subito non ascoltava in modo efficace il selezionatore.
Così facendo forniva risposte poco efficaci, talvolta persino indisponenti. E terminava i colloqui con la sensazione di avere sempre dimenticato qualche aspetto importante.
Dopo un percorso di poche sessioni, ha partecipato a due selezioni, passando tutti gli step richiesti, e arrivando in entrambi i casi fino all’amministratore delegato delle società.
Ha ricevuto un’ offerta di lavoro da entrambe le aziende. Le ha poi rifiutate entrambe per motivi personali che non aveva previsto, senza rimpianti. Ora, grazie al nuovo metodo che ha acquisito, sa di poter arrivare dove desidera.
Tutti questi sono esempi delle opportunità offerte dallo storytelling applicato al proprio percorso professionale:
- rileggere la propria storia attraverso la narrazione, e usarla come specchio
- ascoltarsi, e capire che cosa suona e che cosa rimanda opacità
- ascoltarsi, come se fosse qualcun altro a parlare
- cercare il ritmo, i punti focali, le svolte: come in ogni narrazione efficace
- trovare uno stile, il filo conduttore, le ragioni di fondo
- capire che cosa interessa a chi.
Non ci sono limitazioni, chiunque può trarre un beneficio da questa tecnica: sia il neo-laureato, sia la persona con molti anni di carriera. Perché tutti noi abbiamo l’abitudine di osservare la nostra esperienza dal nostro punto di vista, e spesso non sappiamo come metterla nella luce più attraente per i nostri interlocutori.
Per approfondire, a Milano il 20 Luglio, presso il Talent Garden Milano-Merano.
Foto di Anna Giuffrida